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World of Warcraft: Blizzard chiude un nuovo server privato

Lo sviluppatore ci aveva messo quattro anni per realizzarlo.

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Quattro anni di lavoro per... quattro ore di attività! È la dolorosa osservazione fatta da Gummy52, un giocatore di World of Warcraft e programmatore a tempo perso. Per molti anni questa persona ha cercato di creare il suo server privato per consentire ai giocatori di tornare all'epoca della prima estensione del gioco, Burning Crusade. Il suo desiderio? Riuscire a riunire una piccola community di 3.000 persone e condividere insieme il loro tempo di gioco.

Sì, ma Blizzard non sarebbe Blizzard se non monitorasse costantemente cosa accade nei suoi giochi. E dopo solo quattro ore dal lancio del server, ha chiuso tutto.

Il giocatore ha reagito con una lettera aperta, spiegando che non contesta la decisione dello studio californiano: "Allora, perché ho fatto questo progetto? Amo il gioco e la community, in particolare la community. Il vecchio gioco era un ottimo modo per incontrare persone e vedere nuove facce, mi rende felice, e la programmazione mi rende felice. Naturalmente, sono triste che le cose non siano andate nel modo in cui avevo sperato, ma non penso di cambiare nessuna delle decisioni che ho preso. Ho giocato con 3000 giocatori e mi sono goduto una comunità vicina. Sfortunatamente, non mi è andata bene".

Una storia che ci ricorda che Blizzard non scherza mai con questi server privati, e soprattutto per quelli che consentono di giocare le versioni "vecchie" di World of Warcraft, Vanilla e Burning Crusade. La chiusura di questo eco ci porta alla mente Nostarius, chiuso diversi mesi fa e che permetteva di tornare alla prima versione del gioco. Il caso ha attirato molta attenzione, in quanto i giocatori di tutto il mondo erano stati richiamati da questo server "vintage", cosa che Blizzard ancora non permette, come dimostra la chiusura del server di Gummy52.

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