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      Gamereactor
      recensioni
      Daymare: 1998

      Daymare: 1998 - Versione console

      Invader Studios ci catapulta nuovamente nell'horror videoludico anni '90, ma questa volta su console.

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      Se c'è un genere su cui i creativi italiani sono tra i più brillanti e innovativi, sicuramente vi è l'horror. Dopo aver fatto scuola in ambito cinematografico, soprattutto negli anni d'oro del genere negli anni Settanta, l'attenzione si è spostata di recente nel settore videoludico, per cui sono state sfornate grandi opere che hanno confermato questo nostro indissolubile primato. L'ulteriore dimostrazione di questo talento italiano spiccatamente improntato all'orrore è l'ottimo lavoro condotto da Invader Studios, uno studio con sede alle porte di Roma, che ha forgiato l'altrettanto affascinante e spaventoso Daymare: 1998. Ispirato agli universi e alle atmosfere terrificanti dei primi Resident Evil firmati da Shinji Mikami, il gioco di debutto dello studio laziale è stata una grande sorpresa lo scorso anno, quando ha debuttato su PC, e si prepara ad intrigare anche i giocatori console ora che il titolo è finalmente disponibile su PlayStation 4 e Xbox One.

      Quello che era nato come un progetto sperimentale - un fan remake di Resident Evil 2, ad essere precisi - si è ritagliato presto uno spazio importante nel panorama videoludico di genere nazionale, non tanto per la sceneggiatura (abbastanza prevedibile, nonostante sia ben scritta) quanto invece per il mood spettrale e squisitamente "old school" che si respira non appena si avvia Daymare: 1998 per la prima volta, anche su console di cui vi parleremo in dettaglio qui.

      Daymare: 1998
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      La premessa con cui si apre il gioco non è probabilmente tra le più originali, eppure è comunque convincente. Nel gioco interpreti un soldato d'élite HADES, che viene inviato in una struttura per effettuare una missione di ricerca e recupero. Entrando nell'edificio, ti accorgi che ogni scienziato e guardia di sicurezza è stato ucciso ma, come avrai intuito, non sono morti per davvero. In poco tempo i morti iniziano a tornare in vita e a poco a poco l'esperienza verrà suddivisa tra tre diversi personaggi: Raven e Liev, i quali, dopo essersi schiantati con l'elicottero, iniziano il loro viaggio a Keen Sight, l'interpretazione di Invader Studios dell'amata Racoon City; ma c'è anche Sam, una guardia forestale tormentato da incubi che è, indubbiamente, il personaggio più interessante dell'esperienza.

      È inutile girarci attorno: da un punto di vista narrativo, Daymare: 1998 non brilla certamente di originalirà; anzi, è un prodotto che gioca, senza remore, con molti degli archetipi e stilemi del genere, senza dimenticare di rendere (fin troppo) omaggio alla serie cui si ispira, Resident Evil. Con questo non stiamo dicendo che il gioco fallisca nel suscitare quel senso di inquietudine che viene richiesto a gran voce dal genere - soprattutto ora che abbiamo visto, sentito e giocato qualsiasi cosa in tal senso - ma di certo non ricorderemo Daymare: 1998 per la sua originalità in termini di plot. In realtà, per quanto concerne questa parte, la versione console resta sostanzialmente invariata rispetto alla versione pubblicata su PC lo scorso anno, quindi non segnaliamo nessun tipo di cambiamento né in termini di storia, ma in realtà neanche per quanto riguarda le meccaniche. Il gioco è e resta un survival horror vecchia scuola, in cui il giocatore deve imparare a dosare proiettili e kit medici nel modo giusto da non restare a secco quando i combattimenti si fanno più intensi.

      Daymare: 1998

      Nonostante Daymare: 1998 sia un gioco molto ambizioso, accattivante e un evidente omaggio al genere, a cui porta profondo rispetto e riverenza, non è esente da problemi. Da un punto di vista tecnico, permangono gli stessi difetti riscontrati nella versione PC pubblicata lo scorso anno. A partire dall'intelligenza artificiale dei nemici poco efficace - che si somma ad una limitata varietà nei modelli, ma questa è un'altra storia - passando per cali di framerate abbastanza importanti in occasione delle sequenze più adrenaliniche, fino a problemi nei caricamenti delle texture con annessi pop-up, in generale l'esperienza offerta da Daymare: 1998 è ancora molto "sporca". E se possiamo in qualche modo comprendere le ragioni dietro tutto questo - in fin dei conti, lo studio è davvero ridotto all'osso - è altrettanto vero che questa sarebbe stata un'occasione importante per riparare, almeno in parte, agli errori del passato e riscattarsi.

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      Daymare: 1998 fa sicuramente leva su un comparto audio e sonoro di prim'ordine, rafforzato anche da un'interpretazione convincente degli stessi attori - tra questi, figura anche il celebre doppiatore di Leon Scott kennedy di Resident Evil 2, Paul Haddad, scomparso appena poche settimane fa - che, però, non procede di pari passo con le animazioni e le espressioni dei volti dei personaggi, che ricordano giochi di almeno un paio di generazioni console fa. Questi aspetti deludono e lasciano l'amarezza di un'occasione sprecata, che avrebbe permesso a Invader Studios di farsi conoscere da un pubblico, come quello console, molto più ampio e diversificato rispetto a quello PC.

      Nutriamo sensazioni piuttosto miste nei confronti di Daymare: 1998, non possiamo nasconderlo. Se da un lato è un prodotto che trasuda nostalgia e ambizione dai tutti i pori, dall'altra c'è anche molta superficialità che lascia una certa amarezza. I presupposti per essere un gioco interessante ci sono tutti, a partire dalle atmosfere cupe e dal modo in cui gli sviluppatori hanno lavorato per dare vita al comparto audio/sonoro e narrativo del gioco, nonostante l'appiglio ad alcuni stereotipi ricorrenti nel genere. Tuttavia, ne usciamo con la sensazione che si sarebbe potuto fare molto di più e meglio. Invader Studios ha tutte le carte in tavola per competere nel vivace panorama nazionale e internazionale, e fare quel passo in avanti decisivo per offrire un prodotto decisamente migliore, quanto meno da un punto di vista tecnico. Nutriamo grandi speranze per il futuro di questo piccolo studio indipendente perché, al netto delle criticità che abbiamo evidenziato, ci sono ottime basi da cui partire e su cui costruire prossimamente.

      Daymare: 1998Daymare: 1998
      06 Gamereactor Italia
      6 / 10
      +
      Atmosfere cupe e squisitamente old school; Una trama intrigante, anche se non troppo originale; Scenari dettagliati; Buon comparto audio.
      -
      Nessun contenuto inedito rispetto alla versione PC; Il comparto tecnico resta ancora poco convincente; Le animazioni molto obsolete tendono a smorzare il mood.
      overall score
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