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Lego Lo Hobbit

Lego Lo Hobbit

Siamo tornati nella Terra di Mezzo per esplorare i primi due capitoli della saga cinematografica di Peter Jackson in versione Lego. E seppur affascinati dalla sua indiscussa qualità, il franchise inizia a risentire una certa stanchezza...

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Se c'è un aspetto che non ci stancheremo mai di sottolineare, quando parliamo dei connubi videoludici TT Games e Warner, è la loro indiscussa qualità. Una qualità che non si limita solo ad un puerile "Oh, che meraviglia i Lego in versione ‘tal dei tali'" - anche se, lo ammettiamo, non resistiamo a dirlo tutte le volte - ma che va ben più a fondo rispetto alla mera questione grafica ed emotiva. Parliamo di una qualità nelle dinamiche di gameplay, nella varietà degli scenari a disposizione, nelle incredibili "trovate" pensate per la risoluzione di puzzle che contornano il nostro cammino. Ma soprattutto, di come ciascun titolo - seppur nel suo concept di base resti uguale l'uno all'altro - riesca comunque a mantenere una certa freschezza, giocando la carta dell'unicità del film/personaggio a cui si ispirano, attorno cui ruotano le varie dinamiche di gioco.

Lo stesso discorso vale anche per Lego Lo Hobbit, nuovo capitolo della saga ispirata ai film di casa Warner, in cui si ripercorrono i primi due film della trilogia "Lo Hobbit" diretta da Peter Jackson, "Lo Hobbit: Un viaggio inaspettato" e "Lo Hobbit: La Desolazione di Smaug" (il terzo capitolo "Racconto di un ritorno" - che arriverà nelle sale in concomitanza del prossimo Natale - verrà distribuito, come già sappiamo, tramite DLC). In realtà, il gioco con cui ci confrontiamo è un titolo che - come dicevamo in apertura - non brilla per originalità. Quando iniziamo il nostro breve tutorial ad Erebor, nel Regno sotto la Montagna, le nostre mosse e il nostro avvicendarci per i corridoi del palazzo, alla ricerca di mattoncini LEGO e nelle brevi sezioni puzzle, ci risultano piuttosto "naturali", come se avessimo già una certa familiarità con gli ambienti e su cosa ci viene chiesto di fare.

Attenzione: parliamo di "naturalezza", ma questa non è direttamente proporzionale alla sua semplicità. Infatti, sin da subito, Lego Lo Hobbit sembra mettere in chiaro un aspetto, che - senza vergogna - ci rimangiamo rispetto alla nostra anteprima di qualche settimana fa: il gioco non è propriamente facile, non è del tutto adatto - in termini di gameplay e risoluzione degli enigmi - ad un pubblico giovane, seppur sia ricolmo di quell'umorismo surreale e parodistico, oramai preciso marchio di fabbrica dello studio inglese, che potrebbe attrarre un'audience più giovane. No, affatto. Lego Lo Hobbit ci spinge a pensare (talvolta anche fuori dagli schemi) per risolvere una determinata sezione, ed è un aspetto, come sempre, ci lascia piacevolmente soddisfatti.

Lego Lo Hobbit
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Dopo aver imparato a masticare i fondamenti dei nostri controlli (colpire oggetti, raccogliere più mattoncini possibili utili per azioni successive, ecc.), TT Games ci lancia nel pieno della Terra di Mezzo e delle sue avventure, alternando alcune delle sequenze più famose del film e del libro, ad altre create ad hoc per il titolo, funzionali al gameplay. Tra queste, ci ha divertito molto la sequenza presso la Casa di Bilbo, in cui sopraggiungono i tredici Nani della compagnia, che verranno poi guidati da Thorin ScudodiQuercia, e Gandalf Il Grigio. Qui, infatti, accanto ad una breve sequenza QTE - in cui i Nani si passano tra loro le stoviglie per apparecchiare la tavola della compagnia - abbiamo apprezzato molto l'inserimento di una delle poche novità che riscontriamo all'interno del titolo rispetto alle saghe tie-in di TT Games, ossia quella della "costruzione" vera e propria degli oggetti grazie ai mattoncini Lego.

Si tratta di una sequenza piuttosto frenetica (e ne troveremo parecchie durante il nostro viaggio), in cui ci viene chiesto di costruire un determinato oggetto (da un tavolo, come in questo caso, a ponti e catapulte), a partire da mattoncini selezionabili attraverso un menu ad anello, grazie al nostro stick analogico. La difficoltà di tale azione sta nel selezionare il giusto pezzo mancante nel più veloce tempo possibile, pena una drastica riduzione dei punteggi/mattoncini a nostra disposizione. La soddisfazione, mentre mattoncino dopo mattoncino il nostro oggetto prende vita, è a dir poco assicurata.

Accanto alla Modalità Storia classica, Lego Lo Hobbit vanta una componente free-roaming davvero interessante, in cui esplorare diventa uno dei motivi portanti che ci spingono, oltretutto, a continuare a giocare. Inconsapevolmente, mentre vagavamo all'inizio del gioco nei panni di Sam e Frodo, ci siamo ritrovati nel Porto Elfico, da cui - nel finale della trilogia di Il Signore degli Anelli - lo stesso Frodo parte per lasciarsi alle spalle il suo passato. Lì, oltre a raccogliere mattoncini e bonus, abbiamo anche scambiato materiali collezionabili con un mercante, per riceverne altri in cambio. Accanto a questo aspetto - che, a nostro avviso, offre una buona dose di longevità al titolo - ci sono molteplici quest secondarie disseminate lungo la mappa della Terra di Mezzo, che offriranno alle quasi 12 ore di campagna prevista, un plus valore non solo in termini di "durata", ma anche in termini di varietà rispetto all'avventura canonica. Insomma, un modo divertente per spezzare il ritmo della campagna, che offre ore aggiuntive di gustoso divertimento.

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Se la qualità di cui Lego Lo Hobbit si fa portavoce è quanto mai evidente - dalla bellezza grafica alla cura nelle illuminazioni, che nella versione PS4 che abbiamo provato è a dir poco abbagliante, per passare agli spassosi doppiaggi fino alla colonna sonora originale del film -, dall'altra non possiamo fare a meno di avvertire una certa "stanchezza" nelle serie Lego/TT Games/Warner. Le stesse piccole aggiunte di cui vi abbiamo parlato prima non riescono, da sole, a sostenere il peso di un affaticamento palese, che alla lunga potrebbero allontanare anche i più grandi appassionati del franchise. La nostra speranza è che TT Games ricominci nuovamente a rimboccarsi le maniche e a pensare nuovamente fuori dagli schemi come ha sempre fatto, offrendoci un prodotto (come sempre) di qualità, ma al tempo stesso innovativo. E a nostro parere, le carte in tavola per realizzare un vero e proprio capolavoro ci sono proprio tutte.

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07 Gamereactor Italia
7 / 10
+
L'indiscussa qualità dei titoli TT Games; Grafica interessante; Divertenti meccaniche di gameplay; Buona longevità grazie a quest secondarie e free-roaming.
-
Poca innovazione.
overall score
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