Project Zero ci terrorizza da più di un decennio. Tanto ha impiegato il franchise nel raggiungere le nostre console portatili, nello specifico la console Nintendo 3DS. Invece di replicare la tradizionale meccanica, Tecmo Koei ha deciso di rischiare la sperimentazione con la tecnologia della realtà aumentata.
Che cosa succede se le scene lugubri della serie vengono sostituite da casa nostra? Una premessa interessante: inseguire gli spettri dal salotto alla cucina., e fotografarli prima che ci rincorrano fino al frigorifero. In pratica, purtroppo, Le Memorie Maledette si traduce in un gioco più semplice e al contempo più pignolo nella sua progressione.
Il gioco ci trasforma in protagonisti diretti. Abbiamo appena ricevuto un pacchetto contenente la Camera Obscura (che permette di fotografare ciò che l'occhio non vede) e un misterioso libretto di 16 pagine (incluso nella confezione).
Appena si inquadra la prima pagina attraverso la Camera Obscura (la fotocamera del 3DS), ci troviamo in una scura residenza giapponese. La realtà aumentata ci permette di guardare in su, giù, a sinistra o a destra con assoluta libertà, mentre ci muoviamo su binari fino ad incontrare lo spirito della giovane Maya, che ci condurrà in questa avventura.
Ora torniamo al soggiorno, dove continuiamo a sfogliare le pagine di questo libretto, che portano a scontri in pieno stile Project Zero: si ruota la telecamera di 360 gradi in cerca dello spettro, scattando al momento giusto per infliggere più danni.
Troviamo anche alcuni enigmi (la maggior parte dei quali richiede di inquadrare una specifica pagina del libro) e rompicapi abbastanza semplici. Inoltre, per completare la "terrificante" storia di Spirit Camera occorrono circa quattro ore (in maniera ottimistica): imperdonabile per un titolo che è posto in vendita a prezzo pieno.
Si noti l'uso delle virgolette alla parola "terrificante". Non è banale. Per quanto la serie Fatal Frame ci abbia terrorizzati, non si ottiene lo stesso effetto in questo titolo portatile. Sì, la premessa è interessante, ma tutta l'atmosfera è in contrasto con il fatto che, per giocare, siamo costretti a disporre di una stanza (molto) illuminata. Non ci sono mezze misure: se si gioca con luce soffusa il sistema non riesce a riconoscere le pagine del libricino.
Così, si finisce per giocare a Spirit Camera alla luce del giorno o sotto una sorgente luminosa, che oscura qualsiasi tentativo di sentirsi parte della narrazione. A peggiorare le cose, giocare da seduti è molto complicato, poiché ci si deve spostare continuamente. L'unica soluzione è una sedia girevole con abbastanza spazio intorno.
Come magra consolazione ci restano due modalità chiamate Camera Spettrale e Quaderno Incantato. La prima comprende tre mini-giochi piuttosto approssimativi: nel primo si possono decorare le nostre foto con elementi soprannaturali, nel secondo possiamo modificare i volti dei nostri amici e nel terzo possiamo trasformare le persone in spiriti a cui dare la caccia.
Quaderno Incantato, invece, si limita ad offrire dei minigiochi estratti dalla modalità principale, ma con sfide differenti.
Passando al discorso grafico, scene e personaggi mantengono un livello accettabile, anche se per la maggior parte del tempo è l'ambiente che ci circonda a supportare il gameplay. Le brevi (e rare) scene di intermezzo sono ben realizzate.
Gli effetti sonori meritano una menzione speciale , un vero marchio di fabbrica del franchise. Se si gioca con le cuffie si riesce, almeno in parte, a perdonare l'eccessiva illuminazione richiesta.
Spirit Camera è un tentativo di convertire i minigiochi della realtà aumentata in un'esperienza completa. Sfortunatamente, la tecnologia non risponde come dovrebbe in più di una occasione, il gioco è troppo breve e i contenuti aggiuntivi sono blandi. E a questo dobbiamo sommare il fatto che è difficile provare paura quando si fotografano spiriti in pieno giorno...
Consigliamo di non perdervi il trailer del gioco: un vero cortometraggio horror giapponese (sottotitolato in italiano).