A volte l'apparenza inganna. Questa la lezione imparata alla Gamescom vedendo all'opera Majin and the Forsaken Kingdom. Ovvero, come rovesciare il paradigma che ci obbliga a considerare ogni scenario fantastico uno scenario per bambini. Il nuovo titolo Game Republic in effetti a un primo sguardo sembra tutto fuorché un titolo per un pubblico maturo: scenari da fiaba, un protagonista bambino, un compagno più simile a un personaggio di Monsters & Co. che a una potente creatura magica, nemici assolutamente informi e poco spaventosi. Mi sbagliavo. Ma partiamo dall'inizio.
Nella sala dove viene mostrata la demo di Majin and the Forsaken Kingdom c'è un simpatico giapponese, tale Uchiyama Daisuke, producer del gioco. Per la verità Uchiyama è lo stereotipo di ogni giapponese: basso, sorridente e gentilissimo. Esordisce con un "please, call me Uchi". Uchi in giapponese significa "interno" ma anche "casa", e generalmente si dice "uchi" parlando del gruppo degli amici più intimi. Un motivo in più per rendersi simpatico.
Digressioni a parte, Uchi ci mostra un mondo fiabesco, nel quale un piccolo ladruncolo ha a che fare con un mostro peloso alto almeno il triplo. Il Majin è un mostro buono ma tonto, che deve essere comandato dal giovanissimo protagonista per sconfiggere le misteriose forze del male che hanno invaso un altrimenti perfetto regno.
Questo, in pratica, è il concept alla base di Majin and the Forsaken Kingdom: un sempliccisimo action adventure nel quale si prosegue con l'aiuto di un'intelligenza artificiale scarsamente intelligente. Tutto qui. Eppure in questa semplicità alberga un titolo molto interessante per numerosi aspetti.
In primo luogo per una questione prettamente visuale. Majin and the Forsaken Kingdom mostra un mondo coloratissimo, fantasioso, fantastico e in grado di emozionare dietro ogni angolo. Dalle parole di Uchi è "come guardare un libro illustrato", e non possiamo che concordare. Un aspetto che non guasta perché - e veniamo qui al secondo aspetto interessante - il gioco è pieno zeppo di momenti in cui non è necessario combattere ma studiare a fondo l'ambiente.
Gli elementi puzzle sono infatti importantissimi nel gioco, e in qualche modo spingono il giocatore a momenti che potremmo definire contemplativi. Naturalmente gran parte dei puzzle richiedono l'interazione con il Majin. Assist perfetto per parlare del terzo aspetto interessante: il Majin stesso.
La creatura misteriosa che ci accompagna è assolutamente necessaria per il prosieguo dell'avventura. Non solo perché senza di lui i puzzle risultano irrisolvibili, ma anche e soprattutto perché il Majin è in qualche modo la controparte del giovane protagonista. Il ladruncolo è piccolo, rapido e intelligente, Majin è enorme, lento e stupido (non ce ne voglia l'amico peloso). I due si completano a vicenda, in qualche modo colmandosi vicendevolmente ogni lacuna. Pertanto il giocatore è costretto a tenere il Majin sempre in altissima considerazione, un aspetto che ha fondamentali ripercussioni nella costruzione del rapporto tra i due personaggi del gioco.
Infine un ultimo elemento di interesse si riscontra nell'alternanza di puzzle e sessioni di puro combattimento. Contrariamente alla gran parte degli action adventure, Majin and the Forsaken Kingdom eviterà l'alternanza di fasi d'azione e fasi riflessive, concatenando puzzle e sequenze d'azione in un modo naturale. Ovvero, il giocatore non avrà mai la sensazione di essere entrato in una fase "statica" del gioco, in modo da evitare di rendere gli elementi puzzle noiosi, o comunque meno interessanti delle sequenze d'azione. Queste ultime, come spesso accade, saranno caratterizzate da una continua progressione dei personaggi che acquisiranno nuove mosse e combo speciali nel corso dell'avventura.
All'inizio abbiamo scritto che in questo gioco l'apparenza inganna. Ed è proprio così: questo mondo fantastico, questi personaggi carini, questo stile fiabesco celano in realtà un gioco di difficoltà elevata. "Kinda like Megaman" sorride Uchi, che promette tra le 20 e le 30 ore di gioco a livelli di intensità molto alti. Il classico gioco che i bambini amano vedere, ma che difficilmente riusciranno a giocare.
Salvo "ulteriori malattie inaspettate degli sviluppatori" (a quanto pare negli studi di Game Republic deve essere circolato un virus raro, dato che metà del team di sviluppo è rimasto a casa ammalato per quasi un mese) il gioco sarà disponibile il 25 novembre. Completamente doppiato in italiano, promettono.
Infine, Uchi ci prega (letteralmente) di far circolare la voce su questo gioco che, a quanto pare, non ha suscitato fin'ora l'interesse che merita. Game Republic è uno studio relativamente piccolo (tra i suoi titoli più interessanti Folklore, capace di spezzare la critica), Uchiyama-san un uomo straordinariamente gentile. Eppure, da veri bastardi, non avremmo nemmeno scritto questa preview se il gioco non ci fosse interessato. Fortunatamente (per loro, ma anche per noi) Majin and the Forsaken Kingdom ha tutte le carte in regola, ed entro questo novembre state certi che torneremo a parlarne.