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Speciale Halloween: Gli horror più spaventosi per i redattori di GR

I redattori dai diversi Paesi del network hanno scelto il loro titoli horror preferiti.

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Con Halloween e un weekend all'insegna del brivido appena dietro l'angolo, ogni redattore di ciascun Paese del network di Gamereactor ha scelto quello che, a suo parere, è il gioco più spaventoso di tutti i tempi. In un viaggio tra passato e presente, in ambientazioni, atmosfere e mondi molto diversi tra loro, il nostro network ha scelto gli otto giochi che sono i più rappresentativi del genere horror, ciascuno per un motivo personale. Magari è l'occasione giusta per rispolverare qualche vecchio titolo o recuperarlo, nel caso non ci abbiate mai giocato.

Ricardo C. Esteves (Gamereactor Portogallo): Dead Space, Dead Space 2, Dead Space 3 (PC, PS3, Xbox 360)

La trilogia di Dead Space (che non tiene conto di spin-off, fumetti e film) è un'esperienza horror davvero incredibile, con un gameplay davvero eccezionale, una buona grafica e un ottimo sound design. Il primo titolo della serie ha sorpreso i giocatori con corridoi claustrofobici, sequenze ad alta tensione, un design dei mostri davvero spaventoso e un lore interessante circa un artefatto alieno chiamato The Marker, che ha generato una religione fanatica, chiamata Unitology. Il sequel ha provato a trovare un equilibrio accurato tra l'horror e l'action, e anche se alcuni giocatori non hanno gradito questo approccio, Dead Space 2 si è dimostrato ancora una volta un incubo, nel vero senso della parola. Il terzo gioco ha visto recensioni contrastanti, in quanto si è orientato sempre più verso il genere action - aggiungendo, inoltre, la modalità co-op - ma anche se ha perso un po' di quelle caratteristiche inquietanti viste agli albori della serie, questa mancanza è stata tuttavia ricompensata da una grande storia sci-fi con un pizzico di mistero e momenti intensi. Se vi piace l'horror ambientato nello spazio e desiderate qualcosa che vi tenga sulle spine durante questo Halloween, con la trilogia di Dead Space andate sul sicuro.

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Tor Erik Dahl (Gamereactor Norvegia): Alan Wake (Xbox 360, PC)

Non ho mai considerato che le mie avventure a Bright Falls potessero finire sotto un'etichetta horror, ma piuttosto Alan Wake ha più l'aspetto di un thriller psicologico con alcuni tratti horror. Questo è un ottimo alibi per tutti coloro che, come me, hanno sempre evitato il genere in libri, film e giochi. Alan Wake recupera da Twin Peaks quel senso di sospensione e di straniamento. Naturalmente, mentre si combattono creature ombra, brandendo una torcia e una pistola ovviamente soprannaturale, eppure per tutto il viaggio avete quella costante sensazione che quanto state vivendo non sia altro che il frutto dell'immaginazione dell'autore protagonista del gioco. Ho citato Twin Peaks perché non avrei potuto fare altrimenti. Bright Falls sembra una replica della piccola città presente nella serie TV, ma lo sviluppatore Remedy ha aggiunto qualche dettaglio in più rispetto al semplice omaggio e amore nei confronti del materiale originale. Le foreste oscure e la nebbia fitta, unite a rumori inquietanti, fanno accapponare la pelle più e più volte. Il mio consiglio per Halloween è di recuperare questo vecchio titolo e giocarci (e nel caso l'abbiate già fatto, rigiocatelo). Vi prometto che non guarderete più boscaioli e postazioni illuminate nello stesso modo.

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David Caballero (Gamereactor Spagna): Silent Hill: Shattered Memories (Wii, PS2, PSP)

Magari non è il mio gioco preferito di tutti i tempi (in realtà, tra questi ci sono Alien: Isolation, Eternal Darkness, Resident Evil 4, il primo F.E.A.R. e molti altri candidati), ma un gioco che ha sempre avuto un posto speciale nel mio cuore è e sarà sempre Silent Hill: Shattered Memories. Se guardate oltre la sua grafica naturalmente obsoleta, la storia alternativa di questo remake del primo Silent Hill vale assolutamente il vostro tempo, e ci sono momenti di tensione in abbondanza (specialmente nella versione Wii, caratterizzata da alcuni controlli di movimento piacevoli e raccapriccianti con un altoparlante a portata di mano, ma potete anche giocare su PS2 e PSP). Ma la cosa migliore del gioco (colonna sonora di Akira Yamaoka a parte) è la sceneggiatura magistrale di Sam Barlow, con un finale strabiliante e uno stile narrativo misterioso, in cui si esplora una storia interessante e in cui il giocatore partecipa attivamente, prendendo decisioni importanti nella clinica del Dr. Kaufmann, nelle cutscene interattive. Un'ispirazione per Until Dawn? Potete scommetterci.

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Magnus Groth-Andersen (Gamereactor Danimarca): PT/Silent Hills (inizialmente previsto su PS4)

Silent Hills non vedrà mai la luce, e l'unico aspetto che resta dell'interessante collaborazione tra il promettente Hideo Kojima e Guillermo Del Toro è un teaser giocabile, meglio conosciuto con l'acronimo P.T. (Playable Teaser), pubblicato su PS4 l'estate dello scorso anno, per poi essere stato cancellato brutalmente da Konami. È stata una delle esperienze horror più efficaci, più spaventose e meglio progettate mai viste in vita mia, e merita di essere trattato come se fosse un'entità a sé stante. Non c'è molto da giocare in realtà, perché PT è un lungo corridoio che si ripete in loop in modo angosciante, anche se presenta ogni tanto sottili e terribili variazioni tra un percorso e l'altro, per tenervi costantemente sulle spine. Che si tratti di una lampada a soffitto in movimento o una porta che cigola, P.T. dipende tutto dai particolari, e dall'inizio alla fine è un'esperienza affascinante che richiede la massima attenzione, nonostante il fatto che starete costantemente a contorcervi le dita.

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Fabrizia Malgieri (Gamereactor Italia): American McGee's Alice (PC, Mac)

Se Tim Burton avesse giocato ad American McGee's Alice, è probabile che avrebbe trovato proprio qui spunti maggiormente interessanti e utili alla scrittura del suo deludente film Alice in Wonderland. Impregnato di ambientazioni cupe, tetre e caratterizzato da personaggi davvero folli e spaventosi (tra questi, in assoluto Il Cappellaio Matto e La Regina Rossa), ciò che maggiormente inquieta di American McGee's Alice è un tema, quello della perdita dell'innocenza di un personaggio simbolo della spensieratezza dell'infanzia. Alice - da bambina sognatrice con una fervida immaginazione, come raccontata nelle pagine del libro di Lewis Carroll, Alice's adventures in Wonderland - viene qui ritratta come personaggio turbolento, vittima di quello stesso mondo magico da cui si era fatta incantare qualche anno prima, condotta alla follia e costretta a tornare dove la pazzia è iniziata, per ristabilire un ordine sia nel mondo delle Meraviglie sia dentro di lei. La forza e la bellezza del gioco di Rogue Entertainment risiede non solo nella sua lugubre e surreale atmosfera offerta dalle diverse ambientazioni, ma anche nella minacciosa colonna sonora composta da Chris Vrenna (già compositore della serie Quake) e da un senso di terrore che ci accompagna dall'inizio alla fine del gioco. Sebbene vecchio di quindici anni, American McGee's Alice dà ancora i brividi ed è assolutamente perfetto per essere rispolverato in occasione di Halloween!

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Mike Holmes (Gamereactor UK): Alien: Isolation (PC, PS4, Xbox One, PS3, Xbox 360)

Essendo un grande fan del film originale di Alien, Isolation è stato un grande affare per me, e mi ha fatto molto piacere quando Creative Assembly ha offerto una campagna storia così emozionante, soprattutto dopo la delusione di Colonial Marines. Ciò che mi ha impressionato di più è stato il modo in cui CA è riuscita a rimanere fedele all'IP originale, pur raccontando una storia tesa ed emozionante, e il design audio-visivo del gioco è stata una delle più grandi sorprese dello scorso anno, per quanto mi riguarda. Ma al di là dell'oscurità dell'IP e del livello di dettaglio davvero impressionante, è stata l'atmosfera in continuo crescendo ad avermi coinvolto al 100% in Alien: Isolation. Mai prima di allora un gioco era stato capace di tenermi così in scacco; pregavo mentre mi nascondevo dalle grinfie dello Xenomorfo mentre pattugliava una zona vicina, e numerose volte ho dovuto sforzarmi a muovermi, sottraendo Ripley Jr. alla relativa sicurezza offerta da qualsiasi accesso/tunnel in cui si era nascosta fino a quel momento. E il momento in cui ho scoperto che neanche quello fosse sicuro, è stato orribile; è stato allora che mi sono sentito completamente senza via di scampo.

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Christian Gaca (Gamereactor Germania): Spec Ops: The Line (PC, PS3, Xbox 360)

Non è in alcun modo un classico gioco horror, ma è stata probabilmente una delle esperienze più orribili mai vissute in un videogioco. Rivedo e rivivo quel ricordo dentro di me, quando penso ad un determinato momento di Spec Ops: The Line. Quella donna e quel bambino arsi ancora vivono nella mia memoria. Stanno lì, rannicchiati. La donna tiene una mano sugli occhi del bambino come per proteggerlo. Ma non è servito a nulla. Entrambi sono rimasti completamente carbonizzati. Bruciati da un attacco di mortaio, che ovviamente ha scatenato del Capitano Martin Walker. Sebbene l'immagine viene mostrata due-tre volte, alternandole a quelle delle facce attonite dei soldati americani, lentamente ma con forza si è diffusa l'incredulità nella mia mente. E la domanda arriva inevitabile: Andava mostrato in un videogioco? Beh, magari la domanda andrebbe riformulata in un altro modo. Perché non mostrarlo? Le vittime civili sono parte della guerra, sia che si tratti di una liberazione, di una guerra di difesa o di attacco. La guerra è sempre guerra. Le persone comuni muoiono, non solo i soldati. Se si sviluppa un gioco di guerra, è cinico omettere questi aspetti. Ma creano disagio, e vi dovrete confrontare con questo in modo diretto. Ma questo è Spec Ops: The Line: un gioco che ci costringe a pensare e ripensare alle nostre azioni.

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Bengt Lemne (Gamereactor UK): Bioshock (PC, Xbox 360, PS3, iOS)

A volte non è ciò che è di fronte ai vostri occhi a spaventarvi maggiormente. È ciò che non si vede o ciò che non si conosce. E a volte la vostra più grande paura è scoprire chi siete veramente. Anche se non è in senso stretto un'esperienza survival horror, il mondo di Rapture ha offerto uno dei mondi videoludici più oppressivi e psicologicamente inquietanti di cui abbiamo recente memoria. Quegli Splicers squilibrati, esseri umani come noi fino a non molto tempo fa. I minacciosi Big Daddys e il loro rapporto simbiotico con le Little Sisters. I messaggi allegri e postivi che adornano le pareti di questa utopia decaduta che l'oceano sembra aver inghiottito e richiamato a sé. Un aspetto familiare, ma al contento distorto. È più facile ricordare Bioshock per il suo carattere action, soprattutto in titoli come Bioshock 2 e Bioshock Infinite, in cui alla fine il carattere action ha preso il sopravvento. Ma l'originale era carico di momenti di suspense ricchi di atmosfera. Era così ignoto, e mi sono davvero sentito come se stessi esplorando qualcosa di sconosciuto, con possibili pericoli pronti a tenderci un agguato da qualsiasi angolo.

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