L'idea delle armi nucleari come deterrente per il mantenimento della pace è stata ampiamente dibattuta per anni, e ora il presidente Volodymyr Zelensky ha sollevato una proposta provocatoria per la sicurezza dell'Ucraina di fronte all'incertezza sull'adesione alla NATO.
In una recente intervista con l'emittente britannica Piers Morgan, Zelensky ha suggerito che se l'adesione alla NATO non fosse immediatamente possibile, gli Stati Uniti potrebbero fornire all'Ucraina armi nucleari per proteggersi dall'aggressione russa.
Ha riconosciuto che il percorso dell'Ucraina verso la NATO potrebbe richiedere anni o addirittura decenni e si è chiesto cosa garantirebbe la sicurezza del paese nel frattempo. La sua risposta (il piano B, per così dire) sono le armi nucleari.
Sebbene Zelensky riconoscesse che gli aiuti militari e i sistemi missilistici potrebbero offrire un certo sostegno, ha sostenuto che non sarebbero sufficienti per contrastare la minaccia della Russia. Ha proposto che le armi nucleari e i sistemi missilistici potrebbero fornire un deterrente più efficace, consentendo all'Ucraina di difendere la propria sovranità senza bisogno di aderire alla NATO.
Il presidente ha anche sottolineato che l'invasione russa dell'Ucraina è stata guidata dai timori di un'espansione della NATO, suggerendo che se l'Ucraina rimane fuori dall'alleanza, il presidente russo Vladimir Putin deve ritirarsi dai territori occupati.
Mentre è discutibile se queste fossero le motivazioni iniziali della Russia, resta da vedere come si svilupperà la situazione, ma è chiaro che il concetto che le armi nucleari portino la pace attraverso la deterrenza continuerà ad essere oggetto di dibattito.