Abbiamo ancora un mese di attesa davanti a noi prima di riuscire a mettere le mani sullo sparatutto in co-op Wolfenstein: Youngblood, ma questa volta non giocheremo nei panni di BJ Blazkowicz, ma in quelli delle sue figlie Jes e Soph, una sfida di cui abbiamo discusso con l'executive producer Jerk Gustafsson mentre eravamo all'E3.
"È stato un po' diverso, ad essere onesti, e dato che facciamo giochi single-player, basati sulla narrativa, da così tanto tempo, più di 20 anni, e con tutti questi eroi maschili e anti-eroi [...] passare a queste due protagoniste, che sono in una fase di transizione tra l'adolescenza e l'età adulta, in una storia di crescita, è ovviamente diverso rispetto ad una prospettiva narrativa, ma ci costringe anche a pensare in modo non lineare in termini di racconto, visto che abbiamo due giocatori da considerare".
Durante la nostra intervista di seguito abbiamo anche parlato della versione Switch e se Gustafsson la vede una piattaforma più praticabile per gli sparatutto in prima persona.
"Sì, penso di sì, voglio dire che è anche per questo che ci stiamo concentrando molto su Switch", ci ha detto. "Questi titoli, sia Wolfenstein che Doom, sono ovviamente titoli Bethesda, quindi ci impegniamo a far sì che i nostri giochi vengano aggiunti anche su Switch. Penso che sia una grande piattaforma e, naturalmente, ha delle sfide. Dobbiamo sacrificare certe cose - abbiamo un gioco che è sviluppato per funzionare a 60 frame al secondo, e abbiamo dovuto fare un sacrificio per Switch. [....] Ma penso che ne valga ancora la pena, è un ottimo modo per far sì che i fan giochino al titolo su Switch."
Puoi leggere la nostra anteprima di Youngblood qui.