Il Paris Saint-Germain ha finalmente vinto una Champions League, l'anno dopo la partenza di Mbappé, con una squadra senza stelle chiare, tranne forse l'allenatore Luis Enrique, autore del lavoro tattico che ha trasformato una squadra giovane in una potenza. Ma forse c'è un giocatore che si è distinto sugli altri, grazie ai suoi contributi ai gol: Ousmane Dembélé, con 33 gol e 14 assist, di cui due assist in finale, è stato acclamato come secondo classificato al Pallone d'Oro, una corsa che, secondo le prime scommesse, ha solo un altro candidato principale, Lamine Yamal.
Per l'allenatore Luis Enrique non c'è dubbio che il suo giocatore, che a Parigi si è comportato molto meglio e con costanza di quanto non abbia mai fatto a Barcellona, dovrebbe essere il vincitore del massimo premio calcistico individuale, e non solo per i suoi gol: "Darei il Pallone d'Oro a Dembélé per la sua difesa. Questo è ciò che significa guidare un team. Merita senza dubbio il Pallone d'Oro. Non solo per i titoli o i gol. Soprattutto per il modo in cui si è difeso oggi."
Parlando più in profondità con Movistar, Luis Enrique ha detto che "Dembélé è sempre stato un fenomeno. Il fatto è che devi scavare più a fondo. Per ottenere il meglio da lui, si sono dovute fare e decidere cose difficili.
"Ma è un leader, non solo con le parole, ma con l'esempio. Hai visto come viene pressato? Nomina un numero nove in Europa che pressa in questo modo. Quando premi in quel modo, essendo un leader, il resto deve solo seguirti".