Il direttore de La Vuelta insiste sul fatto che la corsa continuerà e incolpa i manifestanti: "Non potete bloccare i ciclisti, è illegale"
Ci sono dubbi sul fatto che La Vuelta riuscirà a finire a Madrid domenica prossima come di consueto.
La Vuelta a España continua nonostante le proteste dei simpatizzanti pro-Palestina, che si svolgono ogni giorno e crescono in dimensioni e forza. Martedì, la tappa è stata accorciata a causa di problemi di sicurezza e alcuni manifestanti hanno bloccato la gara, posizionando un tronco in mezzo alla strada. La gente protesta contro Israel Premier Tech, che ha già detto che non abbandonerà la corsa.
Javier Guillén, direttore di gara, ha dichiarato che la gara continuerà nonostante le proteste. "Voglio esprimere il nostro rifiuto di ciò che abbiamo vissuto oggi, ancora una volta. Continueremo a gareggiare alla Vuelta e domani inizieremo la tappa", ha dichiarato in conferenza stampa, via Marca.
Guillén ha aggiunto che le regole devono essere seguite e ha difeso il loro diritto a continuare la gara, criticando quei manifestanti che cercano più attivamente di ostacolare la gara. "Non si possono bloccare i ciclisti, è illegale perché è definito nel codice penale e nella legge sportiva".
Con la fase finale che si svolgerà domenica prossima nel centro di Madrid, la città, il cui sindaco José Luis Martínez-Almeida nega che Israele stia commettendo un genocidio a Gaza, preparerà una dimostrazione di sicurezza quasi senza precedenti.
Ieri, il pilota spagnolo Javier Romo ha abbandonato la gara a causa di una caduta subita quando un manifestante è inciampato nel tentativo di invadere la strada. Questi sono i casi che l'Alto Consiglio dello Sport spagnolo (CSD) e il governo spagnolo respingono: pur simpatizzando con i manifestanti, sostengono che le proteste devono essere fatte senza mettere a rischio la sicurezza e l'integrità dei ciclisti.
