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Le proteste contro Israele interrompono ancora una volta la Vuelta a España, ma questa volta con un vincitore

Le proteste contro la partecipazione di Israel-Premier Tech crescono ogni giorno.

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La Vuelta a España sono riprese questo pomeriggio con la tappa 16 in Galizia e, come previsto, le proteste contro Israele non sono rallentate, nonostante il team Israel Premier Tech abbia rimosso il nome del paese dalle maglie dei corridori. Anzi: come è successo la scorsa settimana a Bilbao, la fine della tappa doveva essere neutralizzata, e invece hanno preso i tempi al km 8.

A differenza dell'altra occasione, che non ha avuto un vincitore di tappa, hanno permesso che il primo corridore a tagliare il traguardo improvvisato vincesse la tappa. Il colombiano di Ineos, Egan Bernal, ha battuto il favorito di casa Mikel Landa nella fuga finale e ha conquistato l'amara vittoria.

Migliaia di manifestanti hanno interrotto il normale svolgimento della gara, non solo al traguardo, ma anche nel mezzo, bloccando completamente la strada con un tronco. I corridori hanno ricevuto l'annuncio a soli 15 km dal traguardo.

Un corridore, Javier Romo del team Movistar, che è arrivato secondo nella tappa 12 giovedì scorso, ha dovuto ritirarsi a causa del dolore dopo una caduta di domenica causata da un manifestante.

La tappa non ha avuto cambiamenti nella classifica generale: Jonas Vingegaard del Team Visma è in testa, Joao Almeida della UAE Emirates lo insegue a 48 secondi e al terzo posto Tom Pidcock a 2:38 minuti.

Le proteste contro Israele interrompono ancora una volta la Vuelta a España, ma questa volta con un vincitore

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